Sicilia l'Isola da amare
anche attraverso il recupero della memoria storica delle nostre radici

* STORIA DI RIBERA di Domenico Macaluso

Lions Club Ribera Presidente: Francesco Messina

Anche dall’opera dei suoi figli illustri le radici di una città attingono la loro linfa vitale. Tra i personaggi importanti di Ribera, il più noto è certamente Francesco Crispi, promotore della spedizione dei Mille e primo Presidente del Consiglio Meridionale dell’Italia post-unitaria.(G. Catanzaro e Z. Navarra)

 

 

 

Ribera è una cittadina in provincia di Agrigento, posta su un altipiano prospiciente il Canale di Sicilia, nel versante sud-occidentale della nostra isola.

Il ridente paese è caratterizzato da un clima collinare mite e da terreni fertilissimi, grazie alla presenza di tre fiumi, nel suo territorio. Questa privilegiata situazione orografica ha fatto sì che il territorio dell’attuale Ribera fosse interessato da insediamenti umani che risalgono al neolitico.

Testimonianze di questi insediamenti sono state rinvenute sia nell’entroterra che in prossimità del mare, mentre il mare stesso ha restituito interessanti reperti archeologici.

I principali siti archeologici di Ribera sono tre: nel primo, ubicato in contrada Scirinda, è stato rinvenuto un abitato capannicolo risalente all’età del rame, frequentato fino all’età del bronzo.

In contrada Ciavolaro, è stata invece rinvenuta una stipe votiva, dove intorno al XIV sec. a.C. venivano praticati complessi riti funerari; questo sito ha restituito circa 300 vasi. Infine, in contrada Anguilla, sono state rinvenute diverse tombe di tipo miceneo, con tetto cupoliforme o Tholos ed una sorta di corridoio, chiamato dromos.

Alcune tombe conservavano intatto il corredo funerario. Questi siti sono la testimonianza di una colonizzazione pre-ellenica di questo territorio, ad opera di popolazioni provenienti dall’Egeo, sin dal XVII sec. a.C.

La storia del comune di Ribera ha inizio durante il dominio spagnolo della Sicilia, governata da un vicerè, e precisamente nel periodo in cui ricoprirono tale carica Ferdinando Afan de Ribera, duca di Alcalà (1632-1635) e il genero Luigi Moncada principe di Paternò, duca di Bivona e conte di Caltabellotta (1635-1639).

Alla fine del ’500, spinti dal governo spagnolo, diversi nobili siciliani, in forza della “Licentia populandi o Jus ædificandi”, chiedevano di poter popolare e di mettere a coltura i feudi lontani dalle città baronali e demaniali; sorsero così in tale periodo nella nostra zona alcune terre (così venivano chiamati i paesi rurali), come Calamonaci, Montallegro, Cattolica, S. Anna, S. Carlo, Cianciana, ecc.

Ma i motivi che spinsero il principe di Paternò a fondare Ribera non sono gli stessi, ma sono da mettere in reazione allo spopolamento delle sue terre.

Il principe Moncada infatti, consapevole di tale rischio, decise di rimediare allo spopolamento della contea di Caltabellotta fondando lui stesso un nuovo insediamento: in tal modo, fatto inconsueto, Caltabellotta si trovava ad avere nel suo territorio due città con non poche contraddizioni e problemi da risolvere.

Esisteva prima di Ribera, Misilcassim che era un fortilizio di origine araba e che nel Cinquecento diventò il castello di “Poggiodiana”. La splendida residenza signorile fortificata, da poco restaurata, sorge su un colle bagnato dal fiume Verdura.

Il principe intanto, fondata Ribera, così chiamata in onore di Maria Afan del Ribera, provvide ad ottimizzare la coltivazione dei terreni pianeggianti che stanno a valle rispetto a Caltabellotta (800 m. sul livello del mare), senza peraltro subire lo spopolamento della contea, anzi attirandovi nuovi abitanti.

Il nuovo insediamento abitativo sorse non a valle ma sull’altipiano (242 m. sul livello del mare) proprio sullo sperone che guarda verso il Verdura ed il mare. Dato che nel sito dove sorse la nuova cittadina esisteva un nucleo abitativo, oggetto di atti e transazioni, la data precisa della fondazione del paese non è precisa, anche se orientativamente può essere fissata intorno al 1636.

Il paese sorse strutturato in base ad un vero e proprio piano regolatore, redatto da un agrimensore. Furono edificate diverse chiese, prima fra tutte quella dedicata a San Nicola, proclamato Patrono della cittadina. Dopo 20 anni la popolazione risultava più che raddoppiata. Lungo la valle del fiume Verdura veniva coltivato il riso, che se da un lato offriva occupazione e ricchezza, di contro determinava gravi problemi per la popolazione, per via della malaria, diffusa dalle zanzare anopheles, che infestavano le risaie.

Nel dicembre del 1670, veniva inaugurata la chiesa madre. Ribera ha dato i natali a due illustri personaggi. Il 22 giugno del 1800 nasceva a Ribera il medico e poeta Vincenzo Navarro, straordinario e versatile personaggio, che collaborò con diverse associazioni culturali e scientifiche. Il 4 ottobre 1818 nasceva a Ribera lo statista Francesco Crispi, di Tommaso e Giuseppa Genova, promotore della spedizione dei Mille e primo Presidente del Consiglio meridionale, dell’Italia post-unitaria.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, ad opera di due benefattori, i fratelli Parlapiano, viene costruito un ospedale, che diventerà anche una delle prime scuole per infermieri (l’ospedale nel 1990 verrà trasferito in moderni locali e dotato di altri reparti).

Ribera dopo la Seconda Guerra Mondiale, vive una progressiva trasformazione agricola, che negli anni ’60 la porta a specializzarsi nella coltivazione delle fragoline e nell’agrumicoltura, con la produzione di varietà pregiate di arance, in terreni dotati di ausili per l’irrigazione e per la coltivazione dei terreni, all’avanguardia anche dal punto di vista tecnologico.

Ribera diventa uno dei più floridi comuni della Sicilia ed allarga i propri confini, dotandosi anche di due borgate marinare dove i riberesi costruiscono le loro residenze estive, cioè Seccagrande e Borgo Bonsignore. Purtroppo, quando intorno al 1990 la crisi degli agrumi colpisce la nostra Nazione, Ribera (la cui economia è basata sulla quasi esclusiva coltivazione di questo prodotto), subisce una pesante crisi economica.

Oggi, grazie alla coltivazione di una varietà pregiata di arancia, la Washington Navel, che ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta, si cerca di conquistare mercati di nicchia, anche extracomunitari. Non trascurabile anche la produzione di olio.



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