Sicilia l'Isola da amare
anche attraverso il recupero della memoria storica delle nostre radici

* NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE SU CASTROREALE ED IL SUO TERRITORIO di Giuseppe Genovese

Lions Club Barcellona Pozzo di Gotto Presidente: Giovanni Rossitto

Anche la… “carta” di cui si compone il notevole  patrimonio archivistico e librario di Castroreale,  rende “testimonianza viva” del suo passato, non  meno dei mattoni e delle pietre di cui si compone il  suo patrimonio artistico-monumentale, rappresentato  dalle tante chiese e da una torre antica, suggestivo  e affascinante resto del suo castello aragonese. (G. Catanzaro e Z. Navarra)

Dagli storici locali identificato con la città sicana  Krastos e col leggendario castello Artemisio,  l’abitato di Castroreale trae storicamente  origine dall’antico casale di Crizzina o Cristina,  ricordato nelle fonti archivistiche a partire dall’età  normanno-sveva. Sebbene manchino precise attestazioni  tra i primi cronisti siciliani, il casale di  Crizzina, sorto forse in età bizantina e divenuto  ormai “terra” nei primi anni del secolo XIV, dovette  in qualche modo segnalarsi durante le lunghe e  tormentate vicende che seguirono alla rivolta del  Vespro Siciliano. Per premiarne infatti la fedeltà  dimostratagli durante la lotta contro gli Angioini,  Federico II d’Aragona ordinava con un diploma  del 1324 la costruzione “de novo” del castello e  concedeva agevolazioni a quanti avessero fissato la  loro dimora all’ombra del nuovo fortilizio.

Da quel momento la cittadina, cui veniva  prima dato il nome di Castro e poi di Castroreale,  vedeva lentamente crescere la propria importanza,  giustificata anche dalla posizione strategica rivestita  nel sistema fortificatorio cui, a ridosso del litorale  tirrenico, erano affidati la difesa della piana di  Milazzo e la sicurezza dei collegamenti interni con  i centri fortificati della costa ionica. Rimasta sempre  città demaniale e posta a capo di un vasto territorio,  Castroreale ottenne dai vari sovrani una  serie di privilegi che le consentirono una discreta  floridezza economica, alla quale certamente non  fu estranea, fino alla fine del secolo XV, la presenza  di una numerosa e attiva comunità ebraica.

La concessione di alcuni feudi all’Università,  l’istituzione di fiere e mercati, la creazione di uno  scalo marittimo e le esenzioni da gabelle e balzel  li, se da un lato furono il corrispettivo dei donativi  continuamente versati alla rapacità dei dominatori  spagnoli, dall’altro ebbero l’effetto di favorire  lo sviluppo delle varie attività economiche e di  potenziare il ruolo politico della cittadina.

Nei secoli XVI e XVII Castroreale poteva così  provvedere alla difesa del proprio litorale dalle  incursioni barbaresche e alla sistemazione idrogeologica  del territorio e fronteggiare momenti di  grave pericolo, come un assalto di truppe mercenarie  ammutinate nel 1538, e calamità naturali  come la terribile alluvione del 1584.

Fu questo il periodo in cui la cittadina accolse  numerose comunità monastiche, la cui presenza  incise fortemente nel tessuto sociale, così come  l’impulso edilizio e la committenza artistica non  mancarono di lasciare il segno nella configurazione  urbanistica e nel ricco e qualificato patrimonio  culturale.

Prima come capo di Comarca e poi come  capoluogo di Distretto, fin oltre la metà del secolo  XIX, Castroreale fu sede di importanti uffici.  Durante il Risorgimento divenne fucina di attività  liberali e patriottiche e diede il proprio contributo  alla causa dell’unità nazionale. Ma l’Ottocento  è anche il secolo in cui, lenta ed inesorabile,  col venir meno delle primitive funzioni, inizia  la decadenza, nel progressivo impoverimento  demografico ed economico della zona montana e  nel processo di disgregazione dell’unita territoriale.  Questo processo portò alla costituzione di tre  nuovi comuni: Barcellona (1815), Rodì Milici  (1947) e Terme-Vigliatore (1966).

Del vasto territorio a Castroreale è rimasta la  parte meno ricca, le cui risorse tuttavia, opportunamente  potenziate, costituiscono la premessa per  una politica turistica. Punto di riferimento è in  proposito la Pro loco “Artemisia”, ma ad animare  la vita delle comunità locali contribuiscono validamente  le numerose associazioni culturali e sportive  diffuse sul territorio.

Ricco e variegato è indubbiamente il patrimonio  artistico di cui Castroreale è depositaria,  distribuito nei due musei del centro storico e nelle  numerose chiese. Fra i monumenti sopravvissuti  agli eventi sismici, che nel corso dei secoli hanno  trasformato in un vero e proprio palinsesto il tessuto  urbano, meritano particolare segnalazione:

• la TORRE di Federico II, unico avanzo del  castello aragonese fondato nel 1324, caratterizzata  all’esterno da una graziosa porticina  ogivale e, all’interno, dalla volta sostenuta  da robusti costoloni;

• la CHIESA DEL SS. SALVATORE, eretta  verso la metà del  ’400 nel cuore  della Giudecca e  ingrandita nel secolo  XVII, all’interno  della quale  si conserva in  parte la decorazione  in stucco del  1699 e un pregevole  altare marmoreo  del messinese  Antonino Amato (1803);


• la CHIESA DELLA CANDELORA, (sec.  XIV), caratterizzata dal portalino di tipo  durazzesco e dalla  cupoletta in  cocciopesto di gusto  arabo-normanno,  oggi scrigno  di pregevoli opere  di scultura e pittura,  tra le quali  primeggia la sontuosa  macchina  barocca dell’altare  maggiore in legno  intagliato e indorato;


• la CHIESA MADRE, ricostruita su pianta  basilicale a croce latina nei primi decenni  del sec. XVII e dedicata all’Assunta. Essa  conserva sugli altari delle navate laterali, in  cappelle dalle membrature in pietra grigia  di sobrio disegno manieristico, otto pregevoli  dipinti e quattro statue marmoree di  importanti artisti siciliani o attivi in Sicilia  nei secoli XVI e XVII, due polittici del  secolo XVI sugli altari del transetto e sontuosi  arredi lignei nella zona absidale.  Pregevoli sono anche le quattro acquasantiere,  il fonte battesimale e il pergamo marmoreo,  il Crocifisso ligneo policromo sull’altare  delle reliquie ubicato all’interno del  campanile cinquecentesco e la statua processionale  dell’Assunta realizzata nel 1848  dal messinese Matteo Mancuso. Sul paramento  murario esterno spiccano i due  splendidi portali manieristici che si aprono  nella facciata principale e nella fiancata  orientale;


• la CHIESA DI SANT’AGATA, ampiamente  rimaneggiata nel 1857, che custodisce la  devota immagine del “Cristo Lungo”, una  bellissima Annunciazione di Antonello  Gagini (1519), una Santa Lucia di G.D.  Mazzolo (1546), una Sant’Agata del  Montorsoli (1554) e una Madonna col  Bambino di Michelangelo Naccherino  (1598-1601);

• la CHIESA DI S. FILIPPO NERI che contiene  vari dipinti sette-ottocenteschi e una  pregevole copia seicentesca del quadro  romano di Guido Reni raffigurante il Santo  titolare. Recentemente sono stati trasferiti  in essa il Crocifisso in mistura proveniente  dalla chiesa del SS. Salvatore e attribuito  alla bottega messinese dei Matinati, una statua  marmorea di S. Antonio da Padova scolpita  nel 1630 su commissione del dottore  Antonio Calamoneri, e la settecentesca cappella  della Madonna del Rosario in legno  intagliato e indorato.

Chiuse al culto, ma pregevoli dal punto di vista  architettonico, sono la CHIESA DI S. MARINA,  che ingloba in un contesto cinquecentesco elementi  di epoca normanna e interessanti esempi di  decorazione barocca, e la CHIESA DI S. MARIA  DI GESÙ, che sorge a Sud del centro abitato e  che la tradizione fa risalire alla predicazione del  beato Matteo d’Agrigento (sec. XV).

Nella CHIESA DI S.MARIA DEGLI ANGELI,  fondata nel 1566, è oggi allestita l’esposizione  del MUSEO PARROCCHIALE, nel quale è possibile  ammirare dipinti, sculture e arredi sacri,  mentre nell’ex ORATORIO DEI PP. FILIPPINI,  fondato all’inizio del secolo XVII e recentemente  ristrutturato, è ubicato il MUSEO CIVICO, che  espone opere d’arte e cimeli dei secoli XV-XIX.

Edifici monumentali sono inoltre la TORRE  CAMPANARIA DEL SS. SALVATORE (1560),  la PORTA RAINERI, dei primi del sec. XIX, sull’antica  strada di S. Marco e, nella frazione  Protonotaro, la cinquecentesca dimora fortificata  dei baroni di quel feudo, oggi ristrutturata e trasformata  in luogo di ristoro.

Castroreale possiede infine un notevole patrimonio  archivistico, conservato presso l’Archivio  Storico Comunale e l’Archivio Parrocchiale e un  imponente patrimonio librario, in gran parte antico,  fruibile presso la Biblioteca Comunale  “Artemisia”.


LE FESTIVITÀ PIÙ IMPORTANTI

I  A Castroreale la festa principale é quella del  “Cristo Lungo” (in dialetto “‘U Signuri Longu”),  che si celebra nei giorni 23-25 agosto in onore del  SS. Crocifisso della chiesa di S. Agata, al quale  viene attribuita la miracolosa liberazione della  città dal colera del 1854.

Questo Crocifisso, montato su un’asta alta 12  metri e inalberato, mediante una peritissima e  laboriosa operazione, su un pesante fercolo, viene  condotto in processione anche durante la  Settimana Santa, nei pomeriggi del mercoledì e  del venerdi. Altre festività di rilievo sono quelle  della Candelora, del Corpus Domini, dell’Assunta  e di S. Silvestro.

Nella frazione Bafia si celebra con particolare  solennità la festa di S. Carlo Borromeo e nella frazione  Protonotaro quella di S. Domenica.

* Collaborazione e consulenza: Antonio Bilardo