* IL MUSEO MINERALOGICO “SEBASTIANO MOTTURA” di Michele Curcuruto
Lions Club Caltanissetta Presidente: Emanuele Limuti
Così come il Museo Mineralogico di Caltanissetta rappresenta, come tutti i musei, “un luogo della memoria” che conserva e tramanda alle nuove generazioni un passato importante, altrimenti perso, così le tante sfaccettature ed iridescenze colorate dei minerali in esso presenti, portano impressi i segni della “loro storia”, segreta e millenaria, che è la storia della terra, ancora prima che dell’uomo. (G. Catanzaro e Z. Navarra) |
A testimonianza del suo glorioso passato così strettamente legato alle “sue miniere”, Caltanissetta vanta il Museo Mineralogico e Paleontologico della Zolfara intitolato a Sebastiano Mottura, che, unico nel suo genere in Italia, raccoglie minerali tipici della formazione gessoso solfifera, rocce e fossili rari e conserva la documentazione riguardante la vita nelle solfare.
Sebastiano Mottura, creatore e primo direttore della prima Scuola Mineraria d’Italia, fondata nel 1862, viaggiando tra il 1868 ed il 1875 per disegnare, su incarico del Governo italiano, la prima Carta Geologica Ufficiale d’Italia (con il rilevamento delle aree del centro-Sicilia nelle quali affiorava la Serie Gessoso-Solfifera), ebbe occasione di raccogliere campioni di minerali di questo tipo, che donò in parte al Museo-laboratorio della scuola. Già nel 1866 l’Istituto possedeva campioni di minerali che si arricchirono via via nel corso degli anni, grazie alle donazioni di ex allievi, divenuti direttori di zolfare siciliane, e di pezzi di notevole pregio anche non tipici della zona Nissena, probabilmente ottenuti tramite scambi con altre zone mineralogiche.
Attualmente il museo è ospitato negli angusti locali dello scantinato dell’Istituto Tecnico Minerario “S. Mottura”. Nonostante le attuali difficoltà, il Museo riceve comunque in media ogni anno dai 5.000 agli 8.000 visitatori, per lo più alunni delle scuole elementari, medie e superiori, provenienti da tutta la Sicilia. Ma sono numerosi anche i gruppi turistici italiani e stranieri che includono nei loro tour alla scoperta del cuore della Sicilia, l’interessante visita al Museo Mineralogico di Caltanissetta che rappresenta un’attrazione unica ed affascinante, assolutamente imperdibile per gli appassionati, che vi possono ammirare gli splendidi campioni, rimasti ineguagliati nel mondo per bellezza, di zolfo, celestina, aragonite verde e gesso.
Nel Museo i visitatori possono osservare anche la ricostruzione in scala di uno spaccato di miniera con il pozzo di estrazione, le gallerie, le discenderie, le rimonte, i fornelli ed i cantieri, i forni, la torre di estrazione del “pozzo grande”. Numerosi anche i pannelli con grafici e diagrammi sulla storia dello zolfo. Vi si conserva, inoltre, come curiosità storica, una campana della chiesetta della miniera Trabia-Tallarita, una delle più famose miniere della zona.
Nella sede del museo, annualmente, da ben ventisette anni, viene anche organizzata la “Mostra – mercato del minerale e del fossile”, unica nel mezzogiorno d’ Italia, che ospita i maggiori collezionisti siciliani, ma anche quelli provenienti da altre regioni, e dall’estero. Tale mostra è mediamente visitata, in ogni sua edizione, da 3.000 persone.
Nella zona antistante l’Istituto Tecnico ospitante il museo, si staglia lo scheletro, tristemente fatiscente, del “nuovo” Museo Mineralogico e della Zolfara, o che tale doveva essere, abbandonato da oltre un ventennio, il cui progetto si auspica venga ripreso per dare maggiore lustro e più risalto a tutto il prezioso materiale di cui si compone l’attuale museo. Come tutti i musei, anche quello mineralogico di Caltanissetta costituisce infatti un luogo della memoria, che conserva e rende comprensibili alle nuove generazioni, i segni e le tracce di un passato importante dal punto di vista storico, sociale ed economico di tutto un territorio, che altrimenti andrebbe inevitabilmente perso.
Inoltre il Museo S. Mottura, se rilanciato come moderno centro per la divulgazione e lo studio delle scienze e della tecnica, potrebbe costituire il volano dello sviluppo di un turismo, insolito e colto, dando vita, ad esempio, ad una rete museale e culturale che coordini tutte le iniziative di recupero, già oggi in programmazione, dei principali siti minerari esistenti nel territorio della provincia nissena rilanciandoli come mete di interessanti itinerari sia per visite di istruzione per le scolaresche, che per gruppi turistici.
In quest’ottica il Museo Mineralogico Sebastiano Mottura rappresenterebbe un importante anello di congiunzione tra il passato, di cui è depositario, ed un più prospero futuro per il cui rilancio ha tutte le potenzialità.