* L’ARTIGIANATO A NISCEMI Ieri ed oggi” di Franco Mongelli
Lions Club Niscemi Presidente: Francesco Mongelli
Nella convulsa e moderna società nella quale viviamo troviamo ancora qua e là, con sempre maggiore difficoltà, frammenti di quel “piccolo mondo antico” in cui il tempo era scandito, con metodica lentezza ed assoluto rigore, dalle molte attività manuali di cui rimane sempre più spesso solo il ricordo misto al rimpianto… Così è per i tanti mestieri del passato, per le tante figure di artigiani-artisti che riuscivano con semplicità e naturalezza a creare, talvolta inconsapevolmente, dei veri e propri capolavori. Niscemi offre ancora qualche frammento di quella realtà; è un’oasi, una delle poche rimaste, nelle quali c’è ancora spazio e rispetto per i “nobili mestieri antichi”, perpetuati attraverso il duro lavoro quotidiano di intere generazioni. (G. Catanzaro e Z. Navarra) |
L’artigianato rappresenta ancora oggi a Niscemi un modus vivendi che caratterizza e giustifica il senso delle radici prevalentemente contadine della città. Mestieri antichi e conosciuti hanno da sempre scandito il ritmo della comunità locale che ha ereditato l’arte dei padri come un patrimonio da sfruttare e tramandare a testimonianza del loro sacrificio, del loro genuino impegno quotidiano e della loro esperienza. Nonostante la nostra società si sia meccanizzata ed organizzata in modo tale da alleviare le fatiche dei mestieri odierni, rimangono degli artigiani che hanno conservato e mantenuto, anche se non in modo esattamente identico, le tecniche ed i procedimenti antichi.
Significativa è, infatti, la presenza in città di una serie di botteghe che testimoniano ancora oggi un leggero “sapore antico” dei mestieri dei nostri avi.
A Niscemi, all’angolo tra la via XX Settembre e la via Popolo esiste una singolare armeria, tenuta con molta professionalità e con molta competenza dai titolari, i signori Giuseppe ed Eugenio Mongelli, rispettivamente padre e figlio. Fondata nel 1910 da Giovanni Mongelli, nell’armeria fa bella mostra ogni sorta di fucile, sia come esposizione (è da vedere un bel fucile della seconda metà dell’800, perfettamente in grado di sparare), che come vendita.
L’armeria registra una numerosa e costante presenza di cacciatori provenienti da ogni parte della Sicilia, i quali si recano a Niscemi per riparare la loro “amata doppietta”. Infatti, gli armaioli niscemesi sono in condizione di ricostruire ogni parte del fucile per riportarlo al buon funzionamento primitivo. È una bottega a conduzione familiare, il cui mestiere, ormai molto raro, si tramanda di padre in figlio con notevole spirito di abnegazione.
Non è nemmeno da sottacere che Eugenio Mongelli è il responsabile del funzionamento di un raro orologio meccanico a torre che fraziona ogni quarto d’ora il tempo nell’arco delle 24 ore, che segnala con cento rintocchi sia il mezzogiorno che la mezzanotte e che suona due volte le ore intere. L’orologio, che si trova nel Duomo di Niscemi, viene da lui quotidianamente caricato e periodicamente messo a punto.
Occorre purtroppo registrare che un mestiere che di fatto non esiste più è quello del ciabattino. Esistono, però, degli artigiani che, nonostante abbiano dei macchinari al passo coi tempi moderni, riescono, di tanto in tanto e su ordinazione, a produrre col cuoio dei veri e propri “gioielli”.
Nel contesto del “piccolo mondo antico” contadino, il fabbro era una figura irrinunciabile, perché provvedeva alla produzione ed alla manutenzione degli strumenti di lavoro necessari per la lavorazione della terra; costruiva zappe, falci, vomeri, ferri di cavallo e chiodi per lo zoccolo degli animali… Lavorava il ferro con molta precisione e maestria, creando con molta abilità oggetti peculiari.
Oggi il fabbro si è adeguato alle moderne necessità della vita sociale, ereditando la parte migliore dell’artigianato tradizionale e conservando quella preziosa arte che lo rende tuttora una figura necessaria, essenziale e rilevante della nostra comunità.
Assieme alla figura del fabbro, esiste ancora oggi a Niscemi il falegname come artigiano. Accanto alle grandi falegnamerie, dotate di sofisticati e moderni macchinari, c’è la figura di quest’artigiano tradizionale, che vive, nella sua piccola bottega, con i suoi numerosi ed indispensabili attrezzi di lavoro, per soddisfare le richieste delle persone che amano e prediligono pezzi particolari, ed ormai rari, di “legno antico”.
A questa figura si accoppia quella del restauratore di mobili antichi, che svolge un ruolo fondamentale di recupero del legno vetusto, riportandolo al suo antico splendore.
A Niscemi ancora oggi è possibile trovare “u cufinaru”, cioè quell’artigiano che, intrecciando magistralmente fili sottili di ramoscelli teneri di ulivo e linguette di canne, ricrea oggetti tipici (cufineddi, panieri di tutte le dimensioni…) di un passato che non vuole ancora cedere definitivamente il posto all’attualità.
Per quanto riguarda la figura dei marmisti la loro produzione strettamente artigianale è veramente esigua, come pochi sono, del resto, anche loro. Essi si sono adeguati ai tempi moderni e dànno ciò che il mercato richiede. Riescono a lavorare il marmo in modo pregevole ed apprezzabile. In quest’ambito sono degni di menzione gli scalpellini, che hanno avuto una notevole importanza nell’abbellire, con maestrìa e bravura, le facciate dei monumenti niscemesi e che oggi, purtroppo, non esistono più.
Di contro, numerosi sono i pasticceri, i quali hanno mantenuto intatta l’arte culinaria locale. Essi sono dei veri maestri nel preparare i cartocci, la pasta forti, i scummi (meringhe), la frutta martorana, i cannoli…, cioè dolci deliziosi e prelibati, fatti da mani esperte che racchiudono tutta l’esperienza del passato, e realizzati con ingredienti genuini e naturali. Al Niscemese piace mangiare sano e con il gusto delle cose semplici.
Di tutti i mestieri del tempo trascorso, il sarto è indubbiamente quello che scomparirà presto. In una società in cui si vuole tutto e subito, il sarto è la figura che non è riuscita a velocizzare il proprio operato ed è forse proprio questa la causa della sua decadenza. Abbastanza diffuso durante il passato, oggi, a Niscemi, il mestiere del sarto è rappresentato da pochissime persone, che molto degnamen- te e scrupolosamente assolvono al compito di esaudire le esigue richieste di produzioni artigianali, che non risultano essere inferiori ai migliori prêt-à-porter.
E poi c’è il vasaio. Mestiere antico e faticoso, molto diffuso un tempo a Niscemi, esso ha ancora oggi una presenza, ridimensionata, ma significativa soprattutto per la manifattura dei mattoni (forati, pressati…), che vengono tuttora costruiti con un forno tradizionale.
La diffusione di tale lavoro era dovuta al fatto che a Niscemi esisteva un vasto bacino argilloso ubicato nella fascia occidentale della collina, dal Belvedere al Santuario della Madonna, dove sino a poco tempo fa si snodavano i posti di lavoro dei vasai. Essi riuscivano con vera maestrìa ad ottenere prodotti che servivano: 1) per l’edilizia: canali (tegole), mattuna (mattoni), maruna (mattonelle) e tubi che servivano per la costruzione di grondaie e per la canalizzazione in genere; 2) per gli usi domestici: recipienti per conservare l’acqua come lanceddi, bùmmila, quartari, cufineddi r’acqua.
Attualmente a Niscemi ne esiste solo uno, quello dei fratelli Saita, il quale è certamente degno di una visita.
Infine, non molti sanno che a Niscemi esistono dei vetrai che sono dei bravi artisti. Ve ne sono a dire il vero pochi, ma le loro produzioni artigianali sono ammirevoli.
Sulla base delle suddette presenze artigianali, considerando l’impulso che essi riescono a dare all’economia del paese, riconosciuta l’importanza che oggi essi ricoprono nel tessuto sociale, il Comune di Niscemi organizza una FIERA DELL’ARTIGIANATO.
Nata presso l’Oasi Madonna del Buon Consiglio e fatta, poi, propria dall’amministrazione locale, essa si svolge ogni anno nel mese di settembre, durante il quale ogni artigiano pone in bella mostra i prodotti tipici della zona. In piazza Vittorio Emanuele III si allestiscono degli stand per permettere a tutti i visitatori di “gustare” ed apprezzare le creazioni di questi artisti, che con molta modestia si sottopongono alla loro disinteressata valutazione.
Dal vetraio al restauratore di mobili antichi, dal marmista al fabbro, dal falegname al decoratore…, tutti sono invogliati a commercializzare il risultato delle loro fatiche. Ed il successo, a volte, è considerevole.